Focus on DAAA Haus
Il fondatore e direttore creativo dello studio internazionale di design e architettura DAAA Haus, Keith Pillow, ha una vera passione per il design, l’arte e l’architettura, e si definisce un creativo romantico, ispirato da tutto ciò che lo circonda. Con sedi tra Malta, Milano e Ragusa, il suo è un vero e proprio studio multidisciplinare che lavora su una vasta gamma di interni e architettura per hotel, uffici, ristoranti e residenze private.
Dove hai studiato? La mia storia familiare è radicata nel design industriale e nella produzione di opere in metallo, disegni tecnici dettagliati e cantiere. Io in realtà sono un creativo autodidatta e sono entrato in questo settore perché mi incuriosiva ed ero “affamato” di nuove esperienze.
I progetti che state seguendo in questo momento: una casa privata a Bellagio, sul Lago di Como, alcuni boutique-hotel nei centri storici de La Valletta, Ragusa Ibla e Modica, un Beach Club, e il restauro e rigenerazione di un birrificio in un progetto commerciale moderno con uffici, bar, caffé e spazi creativi.
Il progetto che sogni un giorno di realizzare: un’architettura moderna in alta montagna e un resort sulla spiaggia di Bali o in Australia.
Il progetto di altri che ti ha più influenzato: tanti, ma soprattutto quelli di Philippe Starck, Pitsou Kadem e Maria Grasso Cannizzo.
Un dettaglio che non può mancare in ogni vostro progetto: i libri e le piante.
Centro città o geografie remote? Città e mare.
Qualcosa che hai in casa e che hai disegnato tu: una libreria in metallo e un quadro astratto, acrilico su tela.
Cosa ti piace regalare? Libri, vino e bonsai.
Se in casa potessi costruire un passaggio segreto, dove porterebbe? Ne costruirei due, uno diretto al mare e uno in montagna.
Cosa fai di solito la domenica? Una lunga corsa, cucino in famiglia e leggo un libro.
Il tuo posto preferito a Milano: mi piace correre di mattina in centro, da porta Venezia al Duomo fino a Brera, quando tutti ancora dormono. E poi in zona Isola all’ora dell’aperitivo con gli amici dopo il lavoro.
Studio wok ti chiede: che rapporto hai con il bombardamento di immagini a cui siamo quotidianamente sottoposti? Ignora ciò che non ti interessa e lascia che gli altri ti ispirino.
Vorresti fare anche tu una domanda all’intervistato che verrà dopo? Penne o spaghetti?