#ADMyPrivateRoom con Keith Pillow
L’idea era quella di creare una casa dove tranquillità ed equilibrio fossero gli elementi predominanti, così da avere l’impressione di vivere ogni giorno all’interno di una camera d’albergo. Keith Pillow, il titolare dello studio internazionale DAAA Haus, ci porta nel suo appartamento a Malta, nella città di St.Julians dove vive con la sua famiglia.
Continua l’appuntamento con #ADMyPrivateRoom: un tour nelle case dei creativi per scoprire dove e come stanno vivendo queste giornate di quarantena. Oggi siamo a St.Julians, Malta, nella casa di Keith Pillow, titolare dello studio internazionale DAAA Haus.
Come descrivi lo stile della tua casa?«Minimale, elegante e accogliente, con influenze in stile giapponese».
Quali sono i pezzi chiave?«Oltre ai mobili su misura, tutti i prodotti stati realizzati da artigiani locali, altri elementi distintivi come mobili e illuminazione sono stati importati dall’Italia. Questi includono il tavolo Arki, le sedie e gli sgabelli di Pedrali, il divano di Arflex e la poltrona Togo di Linet Roset. Per quanto riguarda l’illuminazione c’è la lampada a sospensione di Foscarini e la Parentesi di Flos, mentre nelle camerette c’è la classica Tolomeo di Artemide. Infine in cucina si trova un profilo lineare sospeso della Delta Lights. Gli sgabelli sono di Kartell e Vitra mentre i mobili da esterno di MUUTO e Fatboy. Altri elementi includono i termosifoni Tubes black nei bagni e il nuovo Heater EVE di TUBES».
Cosa ti ha spinto a scegliere questa casa?«Posizione e stile di vita. Fino ad oggi con la mia famiglia abbiamo abitato in una villa alla periferia del villaggio di Naxxar, ma era tempo di riavvicinarci al centro città con i miei figli ormai adolescenti. Così ci siamo spostati a St.Julians, in riva al mare, dove sono nato e cresciuto. Volevamo anche una casa più confortevole, quindi abbiamo deciso di acquistare un appartamento invece di una villa. La scelta dell’appartamento con cortile nella zona antica del villaggio di St.Julians è stata la combinazione perfetta. In questa vivace città questo è un posto tranquillo a due minuti a piedi dal mare e dai club di nuoto nazionali dove i miei figli possono allenarsi ogni giorno. Mi alleno quotidianamente con la corsa e qui posso godere del lungomare di St.Julians e Sliema, un tratto di 6 km con viste mozzafiato. La scelta si è basata anche su questa mia abitudine giornaliera».
Come hai trascorso questi giorni di quarantena?«Abbiamo vissuto la prima parte della quarantena nella nostra casa precedente, e non è stato male. Avevamo uno spazio esterno, una palestra nel garage e ampie aree private individuali per tutta la famiglia. Abbiamo abitato in quella casa per 12 anni ma non è stata mai vissuta tanto quanto nei mesi di quarantena. Durante quel periodo stavo finendo la nuova casa e non appena la situazione si è sbloccata abbiamo potuto organizzare il trasferimento. Così da agosto stiamo vivendo molto bene questo nuovo capitolo. È stato divertente vivere St.Julians come turisti nel nostro paese, dato che tutti i giorni dopo il lavoro potevamo camminare nel centro città uscire a cena o per un aperitivo senza dover fare avanti e indietro con l’auto».
Che cosa fai per staccare la spina?«Non appena arrivo a casa, mi sento avvolto dall’arredamento e dal suo senso di calma. Riesco a staccare mettendo un po’ di musica lounge, abbasso la luce delle lampade, accendo una candela profumata, raggiungo la terrazza sul retro e aziono la pompa della piscina. Il rumore dell’acqua che scorre mi rilassa. Poi, davanti a un bicchiere di vino, inizio a cucinare e mi godo la cena con tutta la mia famiglia».
Che cos’è la casa per te?«È il mio bozzolo. Un rifugio da tutto il resto. Un posto dove sono libero e vivo in tranquillità. Sono una persona molto organizzata e lo è anche la mia casa».
La tua stanza preferita della casa«L’angolo preferito è la grande zona giorno open space, oltre all’ampio e spazioso bagno en-suite».
Quella dove trascorri più tempo (e che ti rilassa di più)«Sulla sedia Togo in soggiorno e sul tavolo esterno del giardino sul retro».
Che cosa ti ha insegnato/come ti ha cambiato questa quarantena?«Sono un ottimista per natura e questa quarantena l’ho vissuta con speranza, sapendo che era una condizione temporanea. Ho avuto anche il lusso di passare più tempo a casa con i bambini, li ho visti fare le loro attività quotidiane. Quindi, se dovessi scegliere una cosa che porterei con me in futuro da questa quarantena sarebbe cercare di trovare più tempo da trascorrere con i miei cari, in particolare con i miei figli poiché crescono molto velocemente e il tempo perso non tornerà mai indietro. Si tratta di cercare un equilibrio».
Credi che cambierà il nostro modo di vedere/usare/modificare le nostre case post Covid-19?«Spero in meglio. Sicuramente nel breve e medio termine, le case piccole di bassa qualità a prezzi elevati messe sul mercato da chi se ne approfitta non saranno più attraenti. Le persone cercheranno spazi più grandi e qualitativamente migliori. Questo porterà un nuovo equilibrio nel mercato, dove la domanda e l’offerta si incontreranno in modo più proporzionato».