DAAA Haus architettura: forma, funzione ed innovazione, l’intervista a Keith Pillow



DAAA Haus architettura: lo studio che vede il design come espressione della comprensione delle esigenze delle persone. Abbiamo incontrato ed intervistato il fondatore Keith Pillow con cui abbiamo parlato degli ultimi progetti realizzati, di innovazione e del futuro nella progettazione degli spazi.

Ci racconta la storia dello studio DAAA Haus?

La mia storia familiare è radicata nel design industriale e nella produzione di opere in metallo, disegni tecnici dettagliati e cantiere. Io in realtà sono un creativo autodidatta e sono entrato in questo settore perché mi incuriosiva ed ero “affamato” di nuove esperienze.

Ho fondato DAAA Haus nel 2009 a Malta. Da allora DAAA Haus (daaahaus.com) è cresciuta fino ad accogliere più di 30 giovani professionisti di origini diverse, da maltesi a italiane, da serbe a irlandesi, passando per l’India, la Polonia e la Tunisia.

Lo studio unisce le capacità, i talenti e la passione dei creativi che ne fanno parte per esprimere attraverso i loro progetti un design funzionale, innovativo e accattivante, nato dall’incontro tra diversi strumenti, materiali, tecnologie, tecniche e strategie.

Il vostro background è definito da esperienze nel mondo del Retail Concept fino all’Interior Design e alla direzione creativa. Potete raccontarci come si è evoluto il vostro lavoro nel tempo?

Mentre l’approccio di molti designer è solitamente basato solo sull’estetica, noi prestiamo grande attenzione agli stili di vita quando ci occupiamo di progetti residenziali. La cultura e i comportamenti dei consumatori sono al centro di ogni progetto.

Il risultato finale è sempre un’esperienza più ampia della semplice fruizione dello spazio. Andiamo oltre la progettazione di luoghi funzionali: progettiamo “concetti”, creando proposte uniche e soprattutto dando un senso di identità agli ambienti, nel quale le persone si riconoscono.

Per noi di DAAA Haus, l’architettura è una professione romantica, che può creare l’aspirazione a una società migliore. È un’onorevole professione creativa che affrontiamo come un’arte.

Trasformiamo gli ambienti costruiti in esperienze che trasmettono un’emozione, un sentimento, un’esperienza. Luoghi con una storia, che si tratti di un progetto residenziale o commerciale.

Ci racconta alcuni progetti recenti su cui avete lavorato?

A Malta abbiamo realizzato di recente Villa Ortigia, una villa destinata all’affitto dal carattere cosmopolita e le tipiche atmosfere mediterranee delle isole italiane. È una casa moderna, sviluppata a forma di U intorno a una piscina e a tre aree esterne. Il prospetto della facciata si è evoluto attraverso l’analisi di precise proporzioni ispirate all’iconico Padiglione di Barcellona di Mies Van der Rohe, che si ritrovano in tutta la proprietà.

Sempre a Malta, abbiamo completato quest’anno “La casa sulla Collina”, uno spazio che rispecchia lo stile di vita internazionale di chi vivrà gli ambienti, e che costruisce un armonioso dialogo con l’ambiente circostante e gli ampi scorci sul mare aperto.

La casa in collina è perfetta espressione dello stile di DAAA Haus, che utilizza elementi della progettazione contemporanea per combinare materiali moderni nella loro forma grezza, come pareti di cemento a vista e legno rifinito al naturale.

A Rabat, sull’isola di Gozo, abbiamo dato piena espressione alle influenze indiane del ristorante Trishna. Abbiamo voluto fare in modo che, entrando nel locale, ci si sentisse trasportati in un’altra dimensione, dimenticando di trovarsi su una piccola isola nel mar Mediterraneo.

Con i cambiamenti in corso in ambito climatico, così come le innovazioni nella tecnologia e nei materiali, come pensate che possano cambiare i modi di praticare la vostra professione?

Crediamo in una visione che stiamo già realizzando: a breve DAAA Haus avrà una nuova sede milanese in corso Monforte. Il nuovo spazio sarà tematico è avrà il nome di CARBON, acronimo di Conscious Architecture using Re-Purposed & Re-used Materials, with single Bold Ornamented Natural elements.

CARBON non è solo un nome insolito scelto per il nuovo studio a Milano, ma anche un colore audace per questo progetto che unisce artigianato recuperato e materiali eco-compatibili, in armonia con pezzi più tecnici e di lusso. CARBON definisce il metodo che DAAA Haus utilizza per ogni progetto, sia dal punto di vista architettonico che degli interni.

Quali sono le aziende di design che vi ispirano maggiormente nel vostro lavoro?

È difficile citare marchi in particolare, ma, in poche parole, tutte le aziende con cui collaboriamo ci ispirano, perché rispettiamo il loro modo di lavorare, soprattutto quelle che sono eco-responsabili e che si spingono continuamente oltre i confini della ricerca e dello sviluppo, rompendo lo status quo.

In che modo i luoghi influiscono sul vostro lavoro?

Pur avendo un nostro linguaggio di progettazione, facciamo del nostro meglio per progettare nel rispetto del contesto dell’ambiente circostante, prendendo in considerazione il quartiere, le culture, gli elementi naturali e le possibili proiezioni future di sviluppo nell’area vicina.

Per esempio, il legno è un materiale che ci piace ed è dimostrato essere più eco-sostenibile del cemento. Ma, detto questo, non possiamo ignorare il fatto che una casa in montagna è diversa da un progetto di restauro storico sul mare mediterraneo.

Digitale, virtuale, Intelligenza Artificiale e nuove tecnologie sono già il nostro presente. Come si evolveranno, secondo voi?

Se da un lato i continui progressi e miglioramenti delle tecnologie digitali hanno sicuramente migliorato il nostro modo di vivere in alcuni settori, come la salute e i trasporti, e soprattutto il nostro modo di lavorare, è anche un dato di fatto che il modo in cui interagiamo gli uni con gli altri – e di conseguenza il modo in cui viviamo gli spazi pubblici, – è cambiato.

Purtroppo è triste ma vero. Siamo nostalgici e romantici rispetto agli spazi in cui viviamo, come le sale da ballo e i teatri. Come studio, non siamo propensi a progettare architettura per il metaverso. Per me un’esperienza di shopping è camminare lungo le corsie, interagire con le persone, sentire gli odori, toccare i materiali.

Secondo voi, come sono cambiati negli ultimi 10 anni lo stile delle case, la divisione degli spazi ed il gusto dei clienti? Ci sono oggetti che prima non si vendevano e adesso sì o viceversa?

Per quanto riguarda lo stile, la suddivisione degli spazi e i gusti dei clienti, non credo che sia cambiato molto negli ultimi 10 anni. Ciò che si è sicuramente cambiato in questo periodo è che i clienti sono più esposti a diversi stili e progetti provenienti da tutto il mondo per formare il proprio moodboard preferito, utilizzando piattaforme digitali, come Pinterest ad esempio.

Pertanto, se prima le riviste e le grandi aziende di un determinato mercato erano in grado di spingere una specifica tendenza nella moda, oggi le stesse persone, di diversa estrazione sociale, formano le proprie idee in modo più autonomo rispetto al passato.

Per quanto riguarda lo spazio e la suddivisione degli ambienti all’interno della casa, ciò che vediamo è che la soluzione open space non è davvero una preferenza delle persone: è stato uno sviluppo guidato dal mercato, considerando il costo dei terreni che è almeno triplicato.

Volgendo uno sguardo al futuro, ci sono idee che pensate debbano essere al centro delle menti di architetti e designer?

In passato gli architetti e i designer segnavano le epoche della storia. Dobbiamo tenere a mente l’utente finale, le persone; ciò di cui la gente ha realmente bisogno. Senza generalizzare, la maggior parte dell’architettura e del design sono orientati alla produzione, mentre i nostri predecessori nel campo del design e dell’architettura erano più visionari.

Gli architetti sono mancati e mancano nel loro modo di progettare perché sono stati catturati dalle chimere del boom industriale, dove l’avidità ha preso il sopravvento.

Abbiamo bisogno di una maggiore valutazione dell’impatto sociale, di un’educazione che permetta a tutte le parti interessate di comprendere questo aspetto. Ad esempio, quando si parla di interior design, come studio, riusciamo a convincere i proprietari di attività commerciali a creare un layout piacevole e confortevole invece di riempire tutto lo spazio possibile con tavoli e sedie. La nostra passione è migliorare l’esperienza dell’utente finale.

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